Pislas non è solo un gran bel disco di rock con venature punk, ironico, a volte cinico, impegnato politicamente, intelligente, divertente, volgare a tratti, diretto e spontaneo; Pislas è sopratutto la colonna sonora di un periodo (...) il pensiero d’una generazione di liceali-contro (anche se all’epoca non era chiaro esattamente contro cosa), i suoi ideali, i suoi nemici, il suo immaginario e le sue figure mediatiche di riferimento. I brani di Pislas sono vignette satiriche: dentro c’è tutta la politica, la televisione e il costume di quell’epoca con il giusto accompagnamento musicale.
Ci sono validissimi motivi per riscoprire un oggetto del genere una dozzina d’anni dopo. Per chi c’era sarà magari solo operazione nostalgia, ma per chi all’epoca era troppo piccolo, per chi di quegli anni ricorda solo i cartoni alla TV con le sigle di Cristina D’Avena, per quelli che non ricordano la nascita della Lega, per chi all’epoca non era ancora entrato in un cinema porno, ascoltare questo disco sarà come aprire una finestra su un pezzo di storia, contemporaneamente musicale e sociale, del nostro paese.